In quanti modi si piange ? C’è il pianto sommesso, quello urlato, quello teatrale e quello intimo, discreto. Si piange per far capire che abbiamo sentimenti , sensibilità:”Guarda, sono vivo!”. Il neonato, appena giunto al mondo, coi suoi strilli urla di esserci, di essere VIVO !

Ecco il punto: io non so piangere; o, meglio, ho dimenticato come si fa a piangere. Successe tantissimi anni fa: io ero un bimbo, mia madre era molto malata , e venni scorto da mio nonno a singhiozzare: ” Che schifo mi fai! Un maschio che piange! Io, quelli come te, li appenderei al lampadario del salotto”.

Restai terrorizzato! Cercai rifugio da mio padre, il quale, col suo abituale ghigno semi ironico di disprezzo, mi disse: “Guarda che femminuccia sei!”.

Da allora, bloccai per sempre le lacrime, non riuscii più a manifestare nè il dolore, nè la gioia. Posso sembrare arido ed insensibile; in realtà, io piango dentro…..urlo, strillo, gioisco , ma solamente in modo così intimo e privato.

E, ora, che non sono più un ragazzino, sapete cosa invoco? Vorrei sapere, anzi ricordare, che emozione si prova  con un fragoroso, incessante pianto liberatorio. Visto che spero, anzi sono certo che la vita mi concerà ancora molte gioie e, mi auguro , solamente qualche dolore, ti prego, Signore, fammi riscoprire l’effetto delle lacrime che rigano il viso….

“Da una lacrima sul viso…..ho capito molte cose…”